Scrivere insieme...



Un racconto a 642 dita e 170 occhi... circa


È una storia che vale la pena d'essere raccontata e condivisa, almeno così credo. Tutto è nato lo scorso anno, alla scuola elementare padre Marella di Bologna...

martedì 20 maggio 2014

Il racconto della 2B padre Marella: abbiamo finito la storiaaaaa!!!!

Le lettere ormai si sussguono incalzanti, si sta arrivando alla conclusione dek nostro lavoro, si legge l'entusiasmo dei bambini anche in ciò che riporta Paola nelle  email di raccordo che mi invia. Ecco qui l'ultimo atto e, finalmente il  racconto di Speranza e Speranzì della seconda B della scuola padre Marella.

12 maggio 2014
Carissimo Stefano,
siamo i bambini e le bambine della 2^B di Marella.
Abbiamo finalmente finito di scrivere la nostra bellissima fiaba. L'abbiamo cost
ruita utilizzando le idee che ci avevi dato, unite alle nostre. 
I prossimi giorni faremo i disegni che rappresentano il racconto, lavorando in cinque o sei gruppi.
Ti inviamo una copia del racconto, leggilo e facci sapere se ti è piaciuto. A noi piace moltissimo!!!!!!!
Quando ci vieni a trovare?
Ti vogliamo bene.
Un abbraccio dalla 2^B

Castenaso, 21 Maggio 2014

Carissimi amici della seconda B,
Sono stato molto contento di aver ricevuto la vostra ultima lettera. Ero impaziente, volevo sapere come sarebbe finita l'avventura di Speranza ed il finale che avete scelto è proprio bello. Mi è piaciuta l'idea dell'arcobaleno come ponte fra il mondo reale e quello virtuale. Leggendo il racconto, tutto di un fiato, ho pensato: che bella la telestanza, ma gli amici di carne ed ossa che si preoccupano per un amico scomparso sono ancora più belli. E poi ho anche pensato: preferisco andare in vacanza e girare il mondo per davvero che risparmiare per comprare una televisione 70 pollici! Non se era vostra intenzione suscitare queste emozioni, non importa, ciò che è importante è che la vostra storia ha suscita emozioni. Bravi!

Forse vi aspettate qualche commento, diciamo, tecnico su come avete sviluppato il racconto. Ho poco da dirvi in verità. Naturalmente io l'avrei scritta in modo diverso perché non sono voi. Ma vi svelo un segreto: quando fra qualche tempo, magari durante l'estate, rileggerete quanto avete scritto direte:"ma perché ho scritto così? adesso scriverei cosà". A me succede sempre, è normale. Rimetterete mano al testo del racconto per diverso tempo fino a quando direte:"Basta! Ancora una virgola diversa e sarà peggio di prima." In quel momento la vostra revisione sarà terminata.
Vorrei comunque darvi dei suggerimenti:
1) una buona revisione del testo produce una nuova versione del racconto più breve della precedente. Non abbiate paura nel tagliare le parole inutili;
2) all'inizio del racconto avete usato il presente,  e poi siete saltati nel passato (imperfetto). Lo avete fatto di proposito? Decidete bene quali tempi usare altrimenti disorientate il lettore.
3) non date nulla per scontato: voi forse lo sapete, ma il lettore non immagina perché il robot Cirillo era famoso in tutto il mondo? E come mai esiste a Speranzì un robot scienziato?
4) L'arcobaleno è uno dei protagonisti della storia, importante quasi come Speranza: spendete qualche frase in più per spiegare bene come si è formato e come mai inizia nel mondo reale e finisce nel mondo virtuale dietro gli schermi della telestanza.

Il resto, come dicevo, lo raffinerete piano piano da voi, ne so o sicuro. Vorrei vedere i vostri disegni e, ancor di più, venirvi a trovare perché mi avete insegnato, con il vostro racconto, che è meglio incontrasi per davvero.
Un abbraccio
Stefano




 “LA TELESTANZA DI SPERANZA” 
Classe 2B scuola padre Marella
In un futuro lontano lontano, esiste un pianeta tutto verde di nome Speranzì  che, come la Terra,gira intorno ad una stella della dimensione giusta per scaldarlo. 
In quel pianeta abita una bambina di nome Speranza, vive in una città, Sperancity, costruita  sulle nuvole, perché  sul suolo  non c’è più spazio. Sperancity, come il suo pianeta, è verde: le case  sono di tutte le tonalità del verde, verde mela, verde bottiglia … ci sono dei simpatici laghetti pieni di acqua verde e anche le persone sono vestite di verde. Nella città cresce tanta erba. Su una collina svetta un castello enorme e al centro un grande smeraldo. All’interno dello smeraldo abita il famoso scienziato robot Cirillo, inventore e studioso conosciuto in tutto il mondo.
Speranza è una bellissima bambina di nove anni, molto generosa, ha tanti amici e un solo difetto: crede a tutto quello che le si racconta. Le piace giocare a basket con i suoi amici, gioca con una speciale palla spaziale che si illumina sempre ad ogni palleggio. Speranza sorride sempre.
Speranza abita in un appartamento al centoventottesimo piano di un grattacielo sospeso nel cielo, l’ascensore sale e scende quasi alla velocità della luce. Il tempo di premere un pulsante e si è già arrivati. In quella casa ci sono molti oggetti, ma il più importante è la telestanza, una televisione il cui schermo ricopre tutti e quattro i muri della stanza ove è installata.
Speranza è molto contenta di avere finalmente la telestanza . I genitori l’hanno acquistata solo da qualche giorno dopo aver risparmiato per quasi due anni. Ora hanno tutte le strumentazioni tecnologiche più richieste e più alla moda, hanno rinunciato a due anni di vacanze per avere tutto questo e ne vanno orgogliosi! 
In genere, prima della telestanza, Speranza tornava da scuola, faceva i compiti e dopo andava a giocare, ma ora  non ha più il tempo di giocare con gli amici, lo trascorre tutto nella telestanza.  Si chiude lì dentro,prende “Zapping”,  il telecomando, lo appoggia sulla fronte ed immediatamente i quattro muri si accendono. Una voce esce dagli altoparlanti e chiede gentilmente: “ Speranza dove vogliamo andare oggi? Cosa vuoi vedere di bello?”. La telestanza è capace di riconoscere chi la accende. Basta pensare ad un luogo e gli schermi proiettano paesaggi, suoni ed immagini di persone. Stando comodamente seduta in casa,la bambina  visita tutto il pianeta, luoghi che in altro modo non avrebbe mai potuto ammirare. La telestanza è una gran bella invenzione, pensa Speranza, un po’ costosa, è vero, ma molto utile. Speranza vede luoghi e persone, non sempre sono luoghi o persone reali o esattamente uguali alla realtà, ma questo lei non lo sa ed  è felice, perché la telestanza ha sempre qualcosa di interessante da proporre e raccontare. La bambina trascorre tutto il tempo libero davanti a questo fantastico oggetto. 
Giorno dopo giorno, gli amici, non vedendola più, cominciano a preoccuparsi, dov’è finita Speranza? Per prima cosa lo chiedono ai genitori della bambina, ma i genitori non si sono nemmeno accorti della sua scomparsa, perché troppo impegnati ad usare  tutte le stupende strumentazioni tecnologiche che  riempiono la loro casa. Gli amici cercano la bambina, di Speranza nemmeno l’ombra, cos’era successo? 
Era accaduto che a lungo andare la telestanza era diventata noiosa, Speranza aveva già visitato tutti i luoghi immaginabili. Stava pensando di spegnere la televisione, quando un pulsante del telecomando “Zapping”, più grande degli altri, attirò la sua attenzione. Era di colore rosso. Sotto si leggeva la scritta “vista automatica”. Cosa significava? Sul libretto delle istruzioni era scritto:
“Premere quando non si ha nessuna idea e si è a corto di fantasia; il telecomando penserà al posto dell’utente. Funzione da usare con cautela”.
Speranza, incuriosita, aveva premuto il bottone rosso e accostato il telecomando alla fronte. Lo schermo si era acceso e puff …  Speranza non c’era più.
Tutto era così strano intorno a lei, suoni, colori, immagini, parole, ruotavano  come una girandola, mentre lei rimaneva ferma, seduta sulla sedia. La telestanza era svanita, ora la bambina si trovava dall’altra parte degli schermi, era diventata parte delle immagini. Era tutto così bello e colorato, ancora meglio che la realtà. Quando Speranza decise che aveva visto abbastanza, ebbe una brutta sorpresa. Zapping, il telecomando, perfido aiutante della telestanza, non si staccava più dalla fronte della bambina, continuava a viaggiare in luoghi immaginari senza poter tornare nel mondo reale…
Ma torniamo agli amici di Speranza, mentre cercano l’amichetta  per tutta la casa, entrano nella telestanza e si accorgono che la bambina è intrappolata dietro ai grandi schermi,  sta cercando di liberarsi, ma inutilmente. I bambini non sanno come aiutarla ad uscire da lì, decidono  che l’unico che possa aiutare Speranza  è certamente Cirillo, lo scienziato robot, famoso  per i suoi esperimenti  e le sue invenzioni. Corrono al grande smeraldo e raccontano della scomparsa dell’amica a Cirillo. Sentita tutta la storia, lo scienziato domanda: “Per caso Speranza stava piangendo? Cercate di ricordare molto bene, cari ragazzi, perché  potrebbero essere proprio le sue lacrime a liberarla dalla televisione”. I ragazzi non capiscono  la domanda, ma rispondono di sì. Lo scienziato, allora, prende tutta l’attrezzatura necessaria e corre nella telestanza dove accende una macchina robotica. La macchina si avvicina allo schermo, vi appoggia un tubo a ventosa  e, come per magia, riesce a catturare tutte le lacrime della bambina e a lanciarle in aria. Improvvisamente un raggio di sole luminoso e caldo, illumina le piccole gocce che cadono come pioggia formando un meraviglioso arcobaleno. Speranza comprende subito, sale sull’arcobaleno, lo percorre lentamente come un lungo ponte  e riesce ad uscire!
Finalmente Speranza può riabbracciare i suoi genitori e i suoi cari amici che l’hanno liberata.
Da quel giorno tornerà a giocare a basket in una Sperancity tutta colorata!

Nessun commento:

Posta un commento