Scrivere insieme...



Un racconto a 642 dita e 170 occhi... circa


È una storia che vale la pena d'essere raccontata e condivisa, almeno così credo. Tutto è nato lo scorso anno, alla scuola elementare padre Marella di Bologna...

domenica 25 maggio 2014

Il racconto della 2C: Shh è un segreto!!

L'ultima email che conclude anche l'avventura con la 2C della scuola elementare padre Marella  è un urlo liberatorio di gioia che raccoglie tutta la voglia di condividere qualcosa di prezioso, la loro storia. E lo è davvero perchè esprime emozioni, paure, desideri tutti personali e diventati patrimonio comune della classe. Il titolo del racconto non è rappresentativo della trama ma esprime probabilmente un desiderio:" Grandi, per un momento fate silenzio, ho qualcosa di importante da raccontarvi..."

18 maggio 2014

Ce l'abbiamo fatta!!!!
Ecco il risultato delle nostre fatiche.
I bambini sono orgogliosissimi del lavoro e non vedono l'ora che tu ci dica cosa ne pensi.
E' stato faticoso, soprattutto guidare e sintetizzare le 1000 idee che avevano, ma devo dire, che piace anche a me!
Grazie e ...conto sulla tua benevolenza....
Silvia


Castenaso, 25 Maggio 2014

Carissimi amici della seconda C,
sono stato molto contento di aver ricevuto la vostra ultima lettera. Ero impaziente, volevo "entrare" nella vostra scuola di scrittori. Mi è piaciuta l'idea dei soldati dell'esercito scuro che erano contenti che le loro armature  erano diventate tutte colorate. Originale anche il modo con cui Gelsomino e Bombolo sono stati tirati fuori dal libro.  Leggendo il racconto ho pensato:"Non vale mica la pena essere invidiosi". Mi sono divertito, specialmente nel finale (bello il nome dello scoiattolo dispettoso) bravi!
Forse vi aspettate qualche consiglio, diciamo, tecnico su come avete sviluppato il racconto. Ho poco da dirvi in verità. Naturalmente io l'avrei scritto in modo diverso perché non sono voi. Ma vi svelo un segreto: quando fra qualche tempo, magari durante l'estate, rileggerete quanto avete scritto direte:"ma perché ho scritto così? adesso scriverei cosà". A me succede sempre, è normale. Rimetterete mano al testo del racconto per diverso tempo fino a quando direte:"Basta! Ancora una virgola diversa e sarà peggio di prima." In quel momento la vostra revisione sarà terminata.
Vorrei comunque darvi dei suggerimenti:
una buona revisione del testo produce una nuova versione del racconto più breve della precedente. Non abbiate paura nel tagliare le parole inutili;
molto bella la descrizione del protagonista e dell'antagonista. Manca solo una cosa che il lettore non sa: perché Gelsomino aveva deciso di frequentare la scuola di scrittori?
quando Gelsomino è caduto nel libro mi sono chiesto: come mai era per terra aperto? Potreste spiegarmelo? In un racconto le cose non succedono per caso...
Il resto, come dicevo, lo raffinerete piano piano da voi, ne sono sicuro. 
Un abbraccio
Stefano


SHHH È UN SEGRETO
 Racconto della 2C scuola padre Marella

Tanto tempo fa viveva un giovane di nome Gelsomino Pallocchio.
Aveva i capelli rossi, corti e lisci, il naso a patata coperto di lentiggini, grandi occhi azzurri, era alto e robusto (gli piacevano i biscotti e la torta al cioccolato). Portava sempre jeans un po' strappati e magliette gialle o arancione, d'estate a maniche lunghe, e d'inverno a maniche corte, ah! aveva anche dei piccoli occhiali da vista con la montatura blu.
Gelsomino frequentava una scuola molto particolare: era una scuola per scrittori. La scuola “Scrittori all'opera”, si chiamava così, era circondata da un grande giardino tutto fiorito, era un edificio piccolo e basso, giallo e arancione. La scuola era frequentata da molti aspiranti scrittori,  un paio di questi erano cari amici di Gelsomino: i fratelli Profumoso, Primula e Primulo.
Quando Gelsomino entrò in quella scuola per la prima volta si stupì molto: l'interno era moooolto più grande di come sembrava da fuori. Le aule erano mooooolto spaziose e luminose, ogni banco, con il piano di cristallo trasparente, era attrezzato di computer, quaderno e penne. 
La biblioteca poi era la stanza più grande di tutte ed era completamente  informatizzata: si doveva esprimere la preferenza attraverso un computer, e il libro desiderato si illuminava sullo scaffale.
Fin da piccolo Gelsomino amava la scrittura, tanto che aveva vinto una medaglia per aver scritto una filastrocca. E proprio per quella medaglia aveva litigato con il suo vicino di casa Bombolo Poltrone, che non aveva avuto l' ispirazione giusta per partecipare allo stesso concorso.
La filastrocca era questa:
Gli scrittori scrivono tanto,
con impegno e poi d'incanto
tiran fuori storie e poesie
senza bugie.
Bombolo e Gelsomino frequentavano la stessa scuola di scrittori, ma non si erano mai incontrati, nei corridoi però, avevano sentito parlare l'uno dell'altro e la rivalità continuava.
Un brutto giorno Gelsomino e Bombolo si incontrarono in biblioteca e tutti e due avevano richiesto lo stesso libro “ Cuore d'inchiostro”. Si trovarono a litigare davanti al libro aperto caduto sul pavimento. 
Un vortice d'inchiostro nero risucchiò Bombolo e Gelsomino, che si ritrovarono nel bel mezzo di una battaglia fra soldati. La confusione era totale, l'esercito bianco fronteggiava l'esercito nero, che però avanzava più in fretta sventolando la bandiera nera. Gelsomino si trovò travolto dall'attacco micidiale, in un attimo si ricordò la storia che aveva già letto e decise di ribaltare il finale.  Bombolo si era prudentemente nascosto in un albero cavo, aspettando che passasse la bufera.  
Gelsomino tirò fuori dalla tasca la sua penna di colore aranciallo e spruzzò l'inchiostro verso l'esercito nero, i soldati accecati e disorientati si dispersero nella boscaglia.  Bombolo nel frattempo scappava all'impazzata per sfuggire alle ghiande lanciate da uno scoiattolo infuriato.
L'esercito bianco celebrò la vittoria e portò in trionfo Gelsomino.
I soldati dell'esercito nero si trovarono le armature rigate di inchiostro aranciallo e ne furono davvero contenti. 
Per i fratelli Profumoso intanto c'era la ricreazione e il loro passatempo preferito era giocare a nascondino. Una volta erano rimasti in un nascondiglio segreto per più di due ore e avevano perfino saltato la lezione di tango.  
Primulo e Primula si precipitarono in biblioteca per nascondersi  (e magari saltare la lezione di matematica) e videro un libro aperto sul pavimento....
si chinarono sulle pagine e si misero all'ascolto.
Una voce gridava: -Aiuto! Uno scoiattolo mi rincorre con le ghiande!!! Povero me! La mia testa!!!!- Primulo riconobbe la voce di Bombolo e pensò come tirarlo fuori da lì. Primula si sfilò i lacci dalle scarpe, la bandana dai capelli per annodarli insieme, ma erano corde troppo deboli e troppo corte per poter entrare dentro il libro.
Primulo e Primula sollevarono il libro scuotendolo con forza. Per prima cosa caddero dalle pagine delle ghiande, poi Gelsomino tutto spettinato, infine Bombolo con lo scoiattolo sulle spalle che gli tirava i capelli.
I fratelli Profumoso rimasero a bocca aperta per lo stupore, ma subito scoppiarono a ridere, mentre il povero Bombolo gridava: - Toglietemi da dosso questo scoiattolo!-
Si era fatta sera,  quattro ragazzi e uno scoiattolo uscirono dalla biblioteca, si promisero amicizia eterna e conservarono per sempre il loro grande segreto, lo scoiattolo diventò la mascotte della scuola e lo chiamarono Stefanoemme.


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