Scrivere insieme...



Un racconto a 642 dita e 170 occhi... circa


È una storia che vale la pena d'essere raccontata e condivisa, almeno così credo. Tutto è nato lo scorso anno, alla scuola elementare padre Marella di Bologna...

domenica 11 maggio 2014

Per la seconda A una fiaba per cambiare il mondo

La  seconda A ha deciso che anche le fiabe possono cambiare il mondo, forse perché sono capaci di arrivare dritti al nocciolo delle questioni ed il lettore, grande o piccolo non può fare a meno di interrogarsi o decidere di non voler essere coinvolto. Di certo non può dire "non mi riguarda". Le fiabe che hanno resistito ai secoli e che ispirano quelle ancora da scrivere sono così, stringenti e dirette come un sorriso franco. Queste sono le emozioni che ho provato quando ho letto la lettera della seconda A della scuola primaria p. Marella.


15 marzo 2014

Carissimo Stefano,
come stai? Come sta tua moglie? Come stanno i tuoi figli?
Alcuni di noi vogliono diventare scrittori, anzi già ora c'è, tra noi, chi scrive delle storie o dei diari sulle avventure di viaggio.
Abbiamo deciso di scrivere una fiaba come classe per pubblicarla sul giornale della scuola (Riccardo Zuffi ha già pubblicato un suo articolo).
Noi abbiamo letto le informazioni che tu hai scritto nel tuo sito internet, ci sono sembrate molto interessanti, soprattutto dove tu dici che vuoi puntare in alto, anche noi siamo d'accordo con te.
Vogliamo scrivere una fiaba che racconti di un "cattivo" che diventa "buono".Noi siamo "rivoluzionari" e vogliamo dare la speranza a tutti di poter cambiare.
Se sei così gentile da trovare il tempo di leggere le nostre idee, ti manderemmo una fiaba la prossima settimana, poi tu ci dirai come potremmo migliorarla.
Scusa il disturbo, ti ringraziamo e ti auguriamo una buona festa del papà.
Salutaci con affetto la tua meravigliosa famiglia.
 I bimbi della classe II A

Ecco la mia proposta, si possono operare rivoluzioni sconvolgenti anche in punta di piedi, il mondo può davvero migliorare anche  vivendo in profondità il significato di tre parole, permesso, scusa e grazie.

23 marzo 2014

Carissimi amici della 2A,
sono davvero felice di ricevere vostre notizie. E' arrivata la primavera ed io sono molto contento perché il sole e la natura che si risveglia mi mette molta allegria. Ilse, mia moglie sta bene così come i nostri tre figli, Lize Matteo e Jonas (in ordine di apparizione nel mondo). In questo periodo siamo molto impegnati nel rendere bello un bosco... Già, un bosco di castagni che fu di mio nonno, del nonno di mio nonno, del... insomma,mia mamma ha chiesto se potevo occuparmene perché é molto antico e ha bisogno di cure. Ospita più di settanta castagni secolari e altre piante più giovani. É una bella avventura che nasconde molte storie da raccontare, forse anche la vostra.

[....] Adesso però  raccontatemi di voi e della storia che intendete scrivere. Mi pare una buona idea quella che avete avuto, avete già scelto il colore che avrà il vostro racconto? Quando scrivo una storia è la prima cosa a cui penso, anche quando mi sveglio alla mattina. Mi dico: "ma che colore avrà oggi la giornata di lavoro"?  Scegliete un colore per il vostro racconto e il più sarà fatto. Mentre leggevo la vostra lettera ho subito pensato a tre parole: permesso, grazie e scusa. Secondo voi è possibile che il vostro racconto sia ambientato in un castagneto di montagna e che il protagonista debba risolvere un'enigma basato su queste tre parole? Potrebbe essere che, nel vostro racconto, il bosco stia avanzando inghiottendo i castagni secolari, dal giorno alla notte... Ma perché? Il protagonista chi sarà? 
Come salvare il bosco e, soprattutto, chi sta tramando nel buio? Tre parole per salvare un castagneto, sembra davvero impossibile, ma ricordatevi che nella vostra storia tutto può accadere. 
Per il momento vi lascio, aspetto con impazienza una vostra risposta e, nel frattempo, proverò ad immaginare un castagneto inghiottito dal bosco...





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